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Il paziente anziano |
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Rossi: Si calcola che oltre la metà dei soggetti over 65 anni abbia almeno tre malattie croniche. Le linee guida, pensate per trattare una singola malattia e sicuramente utili nei pazienti giovani che di solito presentano una sola condizione patologica, sono di aiuto relativo negli anziani con comorbidità e anzi, seguirle alla lettera, può portare a trattamenti polifarmacologici esasperati, con il rischio di gravi reazioni avverse e di interazioni negative tra i vari farmaci, oltre che ad aumenti ingiustificati della spesa sanitaria perché ad essi non corrispondono sostanziali benefici. Sempre più il medico avrà a che fare con pazienti che vivono più a lungo e proprio per questo assommano varie situazioni cliniche: bisogna valutare i singoli rischi e limitare la priorità terapeutica ai trattamenti che presumibilmente sono più utili, scegliendo oculatamente tra le molte opzioni disponibili, affinché valga sempre il principio "primum non nocere".
Ressa: Passiamo ad un altro punto critico, quello dell'incontinenza urinaria.
Rossi: E' stato calcolato che circa il 15-20% della popolazione anziana soffra di incontinenza urinaria. Le conseguenze sono ovviamente di ordine psicologico e sociale e anche sanitario perché una incontinenza grave comporta lesioni cutanee e piaghe da decubito. E' importante chiedere esplicitamente se c'è incontinenza urinaria in quanto il disturbo viene spesso ritenuto, e dai pazienti e dai loro familiari, quasi fisiologico. Possiamo distinguere grosso modo due tipologie di pazienti. Un primo tipo è rappresentato da donne relativamente più giovani affette da incontinenza sfinteriale causata dalle gravidanze e dal parto; esse sono generalmente trattate dai ginecologi e dagli urologi. Un secondo tipo è rappresentato dai pazienti più anziani. A questa suddivisione corrispondono due meccanismi fisiopatologici diversi. L'incontinenza delle donne più giovani è dovuta alla incapacità di aumentare il tono dello sfintere vescicale quando aumenta il tono muscolare della vescica. Si verifica spesso in occasione di sforzi, risate, colpi di tosse, e per questo è detta anche incontinenza da stress o da sforzo. Le donne sono colpite in maggior frequenza sia a causa delle possibili lesioni perineali causate dai parti sia per la diminuzione della elasticità dei tessuti dovuta al venir meno della secrezione estrogenica in menopausa. La presenza di prolasso uterino e/o di cistocele aggrava il problema. Il secondo tipo di incontinenza si verifica quando il paziente non è capace di sopprimere lo stimolo dovuto al riempimento vescicale; succede così che quando si raggiunge un certo volume si attiva lo stimolo ad urinare, che il paziente non riesce ad inibire. Questo tipo di incontinenza è tipico, di solito, dei pazienti con demenza o con esiti di ictus o affetto da malattia di Parkinson o altre affezioni neurologiche. Viene detta incontinenza da iperattività del detrusore.
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