Si discute molto oggi di prevenzione e la frase "Prevenire è meglio che curare" è stata elevata alla dignità di proverbio popolare. Ci sono essenzialmente due aree in cui si parla di prevenzione: quella oncologica e quella cardiovascolare. Tuttavia bisogna fare attenzione al significato delle parole: prevenire significa letteralmente mettere in atto una serie di misure per evitare che un determinato evento (per es. una neoplasia o un infarto) si verifichi. In oncologia la prevenzione "vera" ha poco spazio perché vorrebbe dire che si conoscono tutte le cause dei tumori e si riesce ad evitare che si sviluppino. Un esempio di prevenzione oncologica banale ma a tutti comprensibile è quella del tumore polmonare: se ne potrebbero prevenire molti se si evitasse di fumare. Ma in generale quello che viene definito prevenzione in campo oncologico è solo "diagnosi precoce", cioè si diagnostica il tumore in una fase ancora asintomatica sottoponendo dei soggetti presunti sani a pratiche di screening. Il discorso per alcuni versi è differente nel campo cardiovascolare dove si usa distinguere una prevenzione primaria, effettuata in soggetti che non hanno ancora avuto un evento patologico ma che hanno dei fattori di rischio per tale evento e una prevenzione secondaria attuata su pazienti che hanno già sofferto di una qualche forma di accidente cardiovascolare. In campo cardiovascolare il termine prevenzione è forse più appropriato, come vedremo meglio nel capitolo sulla valutazione del rischio cardiovascolare, perché esistono interventi, sia di tipo farmacologico che di modificazioni dello stile di vita, capaci, in una certa misura, di "impedire" il verificarsi degli eventi. Per il momento ci limiteremo a trattare la cosiddetta prevenzione oncologica (continueremo a chiamarla così perché ormai l'espressione è stata consacrata dall'uso).