Rossi: Numerose linee guida consigliano lo screening di questo tipo di cancro. Nel 2002 la Unites States Preventive Services Taske Force (USPSTF) ha aggiornato le sue linee guida del 1995 [1]. La Task Force americana raccomanda di sottoporre a screening tutti i soggetti > 50 anni a rischio medio. Nei soggetti a rischio più elevato (per esempio quelli che hanno un parente di primo grado che ha avuto una diagnosi di cancro del colon prima dei 60 anni oppure quelli con polipi del colon) si dovrebbe iniziare lo screening più precocemente.
Ressa: Ma con quali metodiche?
Rossi: La Taske Force non si sbilancia a favore di uno dei vari metodi di screening, nota solo che la ricerca del sangue occulto fecale (FOBT) da sola o associata a sigmoidoscopia o colonscopia sono tutte opzioni accettabili. Anche il clismaopaco a doppio contrasto può essere una metodica alternativa, ma non così sensibile come la colonscopia. L’esplorazione digitale del retto non può essere raccomandata come esame di screening per la sua bassa sensibilità in quanto solo il 10% dei cancri del retto sono raggiungibili con questa manovra. I nuovi metodi come la colonscopia virtuale non possono essere consigliati perché mancano dati al loro riguardo.
Ressa: Qual è il tuo commento a queste raccomandazioni?