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Il problema delle metastasi e il follow up |
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pag 7
Ressa: Non vedo come si possa passivamente traslare in Italia, dove oltretutto sono diversissime le varie differenze regionali, con usi e costumi e “significato della vita” difformi se non addirittura opposte. Viste le tue premesse io parteggio per un sano fatalismo.
Rossi: L'ipotesi che le donne sottoposte ad un follow-up più intensivo si sentano più seguite e più tranquille è tutta da verificare. Nello studio GIVIO un questionario a 6,12,24 e 60 mesi non ha rilevato nessuna differenza tra le donne che seguivano un follow-up aggrEssivo rispetto al gruppo di controllo per quanto riguarda la qualità di vita e la soddisfazione circa le cure ricevute. Purtroppo il MMG che volesse applicare le evidenze si scontra con l'atteggiamento iperprescrittivo dei centri oncologici che ancor oggi (a distanza di ben 10 anni dalla pubblicazione dei studi!)non hanno trasferito nel loro modus operandi i suggerimenti della letteratura. La mia esperienza è che, a parte casi sporadici, sia molto difficile porsi in contrapposizione allo specialista in un campo così delicato come quello oncologico.
Grassi: Del resto bisogna considerare che, se il trattamento delle recidive ancora in fase asintomatica non garantisce una sopravvivenza più lunga, l’anticipazione diagnostica prolunga solo il periodo di consapevolezza della recidiva, da cui deriva un logico peggioramento della qualità di vita. Io darei una corretta informazione alla donna, la maggior parte delle pazienti sottovaluta l’esame obiettivo e sopravvaluta i test strumentali e di laboratorio: quando l’informazione su scopi, aspettative e limiti di un programma di follow up è presentata in maniera bilanciata e completa, l’opinione sull’utilità di sottoporvisi può cambiare in maniera drastica (Loprinzi 2000).
Ressa: La mammografia la salviamo nel follow up a distanza?
Grassi: Diverso è invece il discorso sulla mammografia, utile sia per rilevare la ripresa locale di malattia, sia per la diagnosi di una nuova neoplasia controlaterale. In questo caso, però, non si tratta propriamente di follow up, ma della prosecuzione del normale iter di medicina preventiva.
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