Ressa: In effetti adesso è più chiaro. Cominciamo con un punto scottante: il paziente con metastasi o con malattia in fase avanzata e inoperabile.
Rossi: Quando scopriamo che ci sono già delle metastasi la prima domanda da farci è se sottoporre il paziente a trattamento chemioterapico o radioterapico o limitarci al solo trattamento di eventuali sintomi. In questi casi infatti di solito chemio e radioterapia possono avere al più una finalità palliativa e non curativa e quindi dobbiamo bilanciare gli effetti negativi con quelli positivi che verosimilmente possiamo attenderci.
Ressa: La mia esperienza è che spesso la nostra opinione viene a scontrarsi con quella dello specialista e il paziente e i suoi familiari privilegiano quest'ultima. In ogni caso, quali sono gli elementi che dobbiamo considerare per decidere se avviare o meno il nostro paziente a questi trattamenti?
Rossi: A mio avviso due sono gli elementi da considerare: 1) lo stato generale del paziente: se il paziente ha uno stato generale compromesso, con una malattia metastatica diffusa e che progredisce velocemente, con rapido calo di peso, è probabile che gli effetti collaterali del trattamento non siano controbilanciati da un eventuale beneficio; al contrario in un paziente in condizioni generali stabili o discrete si può considerare una chemio o una radioterapia palliativa 2) le preferenze del paziente: ci sono malati, anche molto anziani, che ritengono valga tentata qualsiasi via, anche a prezzo di effetti collaterali gravi e in questi casi ovviamente è arduo sottrarsi e si finisce con l'offrire la terapia anche se dentro di noi siamo convinti che non serva (ma è difficile recidere il sottile filo di speranza che spesso anima molti di questi malati).