Rossi: La diagnosi di anemia si pone con il dosaggio dell'emoglobina. I valori generalmente considerati normali sono compresi tra 12 e 14 g/dL nell'uomo e 11 e 13 g/dL nella donna. La prima decisione da prendere è se considerare anemico, e quindi meritevole di ulteriori accertamenti, un soggetto con valori di emoglobina appena al di sotto del range di normalità. E' evidente che anche per l'emoglobina, come per tutti i parametri biologici, vi è una distribuzione nella popolazione generale secondo una curva gaussiana. La definizione dei valori di normalità è quindi un fatto per certi versi arbitrario, anche se utile ai fini pratici. L'unico consiglio che si può dare è quello di basarsi sulla valutazione clinica del paziente e sul buon senso. Il tempo può essere usato come criterio diagnostico aggiuntivo. Nei casi borderline si può, se non vi sono segni clinici che orientino verso una determinata patologia, ricontrollare a breve il dato che potrebbe anche normalizzarsi.
Ressa Ci puoi dire quali sono i parametri iniziali per classificare le anemie?
Rossi Per un primo iniziale orientamento possono bastare 2 esami: l'emocromocitometrico e la conta dei reticolociti. Dall’emocromo ricaviamo, oltre al dosaggio dell’emoglobina, il volume globulare medio delle emazie (MCV) che ci permette di dividere le anemie in tre grandi gruppi: 21anemie microcitiche: MCV < 80 micron 22anemie normocitiche: VMCV tra 80 e 100 micron 23anemie macrocitiche: MVC > 100 micron Per quanto riguarda i reticolociti essi sono eritrociti giovani appena rilasciati dal midollo; contengono ancora piccole quantità di RNA che si presentano come un reticolo basofilo alla colorazione con blu di metilene.