Rossi: Nel documento della USPSTF viene riportata anche la posizione di altre Società Scientifiche [8]: l'American College of Obstetricians and Gynecologists, l’American Heart Association, la North American Menopause Society, e la Canadian Task Force on Preventive Health Care hanno assunto la stessa posizione e sconsigliano l'uso della TOS per la prevenzione di patologie croniche. Anche Società Italiane, sia specialistiche che della Medicina Generale, hanno elaborato dei documenti di consenso sulla terapia ormonale sostitutiva, anche se in parte divergenti su alcuni aspetti.
Ressa: Qual è quindi attualmente il ruolo della TOS?
Rossi: La sua efficacia sui sintomi della menopausa è buona e quindi l'uso può essere previsto per periodi brevi a scopo sintomatico [20]. E' opportuno limitare l'uso a non più di alcuni mesi e al dosaggio più basso possibile. Le donne che già sono in trattamento da anni vanno informate sui rischi e va fatto ogni tentativo per cercare di sospendere la TOS (in modo graduale, passando dapprima a dosaggi più bassi). Un'altra indicazione ragionevole della TOS può essere la menopausa precoce. In questi casi non ci sono dati di letteratura ma è probabile sia utile protrarre la somministrazione fino all'età naturale della menopausa (attorno ai 50 anni). La terapia ormonale prevede l'uso di estrogeni con un progestinico associato a partire dal 12°-14° giorno per minimizzare il rischio di cancro endometriale; nelle donne isterectomizzate ovviamente si usa il solo estrogeno.