Rossi: Naturalmente non sono mancate le obiezioni allo studio. Si fece notare per esempio che le donne arruolate nel WHI erano notevolmente più anziane in media di quelle a cui in Europa si prescrive la TOS. In realtà l'analisi per sottogruppi dimostra che non c'erano differenze negli esiti per quanto riguarda l'età delle donne. Un'altra obiezione fu che di solito la TOS viene prescritta per periodi più brevi e non per tutti gli anni di durata del WHI. Anche questa obiezione non ha ragion d'essere perché l'aumento degli effetti avversi cominciava a farsi evidente già dopo il primo anno di terapia. Infine si fece notare che nello studio erano usati estrogeni equini coniugati mentre da noi si adoperano formulazioni diverse, di solito per via transdermica. Tuttavia non esiste nessuno studio che abbia dimostrato la sicurezza di questi preparati mentre dal Million Women Study [7], uno studio osservazionale su più di un milione di donne, risulta che qualsiasi tipo di preparato estrogenico (per os o per via transdermica) e il tibolone aumentano il rischio di cancro mammario, seppur con percentuali di rischio diverse. Quindi, se non altro come criterio prudenziale e fino a prova contraria, sarà bene considerare del tutto equivalenti le varie formulazioni di terapia ormonale sostitutiva proposte per la menopausa.
Ressa: Ma cosa dicono le Linee Guida?
Rossi: Alla luce di queste evidenze la U.S. Preventive Servives Task Force [8] ha preso posizione sostenendo che la TOS non deve essere prescritta allo scopo di prevenire patologie croniche come la cardiopatia ischemica e la demenza. Anche per la prevenzione dell'osteoporosi è preferibile rivolgersi ad altre opzioni perché i rischi superano i benefici.