Rossi: La depressione è una patologia molto frequente. Si calcola che circa il 10 -15% dei soggetti afferenti ad un ambulatorio di Medicina Generale soffra di una qualche forma di disturbo depressivo [1]. In uno studio su oltre 93.000 donne in post-menopausa è stata riferita una prevalenza della depressione del 15.8% [2]. I quotidiani italiani, commentando un recente convegno psichiatrico, parlavano di più di dieci milioni di depressi, se non vado errato.
Ressa: Mi sembrano percentuali molto elevate e qualche volta ho l'impressione che certi numeri siano funzionali alla messa in commercio di farmaci nuovi e costosi. Mah!
Rossi: Non si tratta di un fenomeno nuovo e l'allarme, su questa medicalizzazione esasperata, è stato lanciato da più parti. D'altra parte l'hai detto tu in un altro capitolo del Manuale: siete tutti malati e se non lo siete ve lo facciamo diventare convincendovi che lo siete perché avete la glicemia o la pressione o il colesterolo troppo alti rispetto ai nuovi standard. Parlare di più di 10 milioni di depressi in Italia significa semplicemente dire che un italiano su cinque è depresso e allora viene da chiedersi se quello di cui si sta parlando sia una malattia o non piuttosto uno stato "normale".
Ressa: Vi è un altro risvolto, ancora più preoccupante. Pubblicare sui mass media dati di questo tipo significa dare dignità di patologia (cioè di un qualcosa che bisogna curare) a semplici disagi psicologici del tutto normali e legati alle mille difficoltà della vita, spingendo le persone a richiedere risposte farmacologiche dove queste non ci sono ne' ci dovrebbero essere.