Ressa: Si, ma allora come facciamo a diagnosticare la depressione?
Rossi: Come s'è accennato intanto bisogna pensarci. Alcune volte essa è facilmente identificabile, altre volte lo è meno. Condizioni che possono indirizzare il medico sono precedenti episodi depressivi o familiarità per depressione, un dolore cronico che non trova spiegazioni organiche (il paziente che lamenta dolori dappertutto è una tipologia abbastanza conosciuta dal MMG), sintomi strani e inesplicabili, una storia di frequenti consultazioni mediche, di numerosi esami laboratoristici e strumentali sempre negativi.
Ressa: Esistono dei questionari strutturati per facilitare la diagnosi?
Rossi: Esistono ma sono ampiamente sottoutilizzati sia per la scarsa abitudine a adoperare questi strumenti da parte del MMG sia perché troppo ridondanti di voci. Alcuni autori [5] hanno proposto un test di screening di sole due domande (tabella 2). Se la risposta è negativa ad entrambe le domande è improbabile che il paziente sia depresso, se è positiva ad una o a tutte e due, è necessario approfondire l'anamnesi alla ricerca di altri sintomi che possano confermare il sospetto. Il test ha dimostrato di essere efficace e affidabile nell'individuare molti casi di depressione [6]. Per entrambe le risposte positive la sensibilità è del 97% e la specificità del 67%. Il vantaggio del test è soprattutto quello di escludere una depressione: nello studio citato solo un paziente su 264 che avevano risposto negativamente ad entrambe le domande risultò essere depresso.