COLONSCOPIA La colonscopia è un esame invasivo che richiede tempo, può essere dolorosa e non scevra di complicazioni. A seconda delle casistiche la mortalità si aggira sullo 0.02%-0.06%, la perforazione intestinale può arrivare allo 0.2%-0.5%, il sanguinamento si può verificare nello 0.1%-3%. Sono inoltre possibili complicanze cardio-respiratorie, legate soprattutto alla sedazione, fino all'1.3% dei casi. E' opportuno quindi richiedere una colonscopia solo nei casi di reale utilità e necessità. Le controindicazioni alla colonscopia sono la diverticolite acuta, se si sospetta una perforazione intestinale e i pazienti non collaboranti (per esempio psicopatici). Di seguito riportiamo alcune indicazioni generalmente considerate appropriate, tenendo conto che in casi particolari considerazioni diverse possono giustificare il ricorso all'esame anche per situazioni non codificate. Anemia sideropenica E' opportuno richiedere una colonscopia in tutti i soggetti > 50 anni oppure a rischio di cancro colon-rettale (per esempio per adenomi o per familiarità). Nei soggetti < 50 anni la colonscopia va richiesta se la EGDS è risultata negativa e se non si riesce a scoprire altre cause di anemia. Vanno esclude ovviamente cause di tipo ginecologico (vedi anche capitolo sulle anemie). Ematochezia La prevalenza del cancro del colon in soggetti con sanguinamento rettale si aggira attorno al 10-15% a seconda delle casistiche. In tutti i casi è opportuno eseguire una ano-proctoscopia. Se il soggetto ha meno di 50 anni e viene identificata una fonte di sanguinamento probabilmente non conviene richiedere la colonscopia. Se invece non viene identificata una fonte di sanguinamento oppure se il soggetto ha più di 50 anni o è a rischio aumentato di cancro del colon (familiarità per cancro o adenomi, pregresso riscontro di adenomi) è opportuno far eseguire comunque una colonscopia.
|
|
