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Infezioni delle vie urinarie
Inserito il 26 febbraio 2006 alle 18:11:00 da R. Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Rossi:
Nei testi di pediatria [27] si trova scritto che la batteriuria veramente asintomatica non va trattata.
Le linee guida [23] della Canadian Task Force sottolineano che nei bambini sani lo screening e il trattamento della batteriuria asintomatica non dovrebbe essere fatto, pur ammettendo che vi sono punti oscuri ancora da chiarire. Ovviamente diverso è il discorso per bambini che hanno un'anomalia nota delle vie urinarie o che hanno avuto pregressi episodi di infezione urinaria. In queste stesse linee guida si dice però anche che i bambini con batteriuria asintomatica dovrebbero essere attentamente sorvegliati per la comparsa di sintomi che possono suggerire una infezione urinaria e trattati perché in questo modo si riesce comunque a scongiurare outcomes negativi. Facile a farsi negli RCT, un po' meno nella pratica di tutti i giorni dove il paziente viene perso di vista, senza contare che nei bambini più piccoli i sintomi di IVU possono essere aspecifici e non adeguatamente valutati dai genitori.

Ressa:
Beh, mi sembra che di punti dubbi ve ne siano parecchi...

Rossi:
Aspetta, non ho finito.Nelle linee guida dell'American Academy of Pediatrics sulle IVU [28] si consiglia di trattare i bambini fino ai due anni che, pur essendo apparentemente asintomatici, hanno un'urocoltura positiva.
Forse questa raccomandazione è dettata dal fatto, come ho già detto, che soprattutto nei bambini più piccoli i sintomi possono venir male riferiti o interpretati (enuresi, dolori addominali, bambino che tende ad evitare la minzione) o addirittura essere apparentemente non in relazione con l'apparato urinario (disturbi del sonno o dell'alimentazione, disturbi del comportamento, mancato accrescimento) e quindi è difficile stabilire se la batteriuria è davvero asintomatica.Ancora: il bambino potrebbe avere una malformazione urinaria o un reflusso vescico-ureterale (anche se statisticamente la probabilità è bassa) senza contare che una pielonefrite spesso (fino al 40% dei casi in talune casistiche) si complica con una cicatrice del parenchima renale (scar).
 
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