Rossi: L'intervento può anche essere preso in considerazione nei pazienti con intolleranza ai farmaci o che desiderano sottoporsi alla chirurgia per non dover assumere cronicamente medicine.
Ressa: Sono rari, per fortuna.
Rossi: La adenoprostatectomia (per via sovrapubica o retropubica) è l'intervento più antico e con il quale si ottiene il più efficace miglioramento dei sintomi e del flusso urinario. Risponde positivamente all'intervento più del 98% dei casi. Tuttavia l'intervento è invasivo e associato ad alta morbidità e quindi è riservato a pazienti con prostate molto voluminose oppure a quelli con grave protrusione della prostata in vescica o con diverticoli uretrali.
Ressa: Emorragie ed embolie polmonari sono in agguato con questo classico intervento.
Rossi: La resezione transuretrale della prostata (TURP) riduce i sintomi nell'88% dei casi. A parte complicazioni a breve termine (emorragie, infezioni) la procedura è gravata da effetti collaterali nel lungo periodo (eiaculazione retrograda nel 70% dei casi, impotenza dal 3% al 32% a seconda delle casistiche, incontinenza parziale nel 6% e totale nell'1% dei pazienti). Inoltre entro 5 anni il 10% dei pazienti richiede una nuova resezione endoscopica.