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Disfunzione erettile |
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Ressa: Ci sono anche altri farmaci oltre a quelli che hai citato. L'apomorfina è un agonista dei recettori dopaminergici approvato per la disfunzione erettile al dosaggio di 2 e 3 mg. Il farmaco si è dimostrato discretamente superiore al placebo, minimamente efficace dopo prostatectomia ma non più efficace del placebo nei diabetici. Gli effetti avversi sono frequenti: nausea, vertigine, sudorazione, cefalea, vertigini, sonnolenza, ipotensione aggravata dalla assunzione di alcol.
Rossi: Io non l'ho mai usata. Per ora non ci sono studi che abbiano dimostrato la sua efficacia in chi non risponde agli inibitori del PDE-5. Inoltre è controindicata nei cardiopatici e nei pazienti in trattamento con farmaci psicotropi [9]. Potrebbe però essere un'alternativa in chi non tollera sildenafil e correlati. Nei casi in cui la disfunzione erettile sia dovuta ad un ipogonadismo e i PDE-5 inibitori siano inefficaci si può tentare con il testosterone. L'alprostadil iniettato nei corpi cavernosi viene poco usato sia per la scomodità dell'impiego sia per i possibili effetti collaterali (dolore al pene e, raramente, priapismo). Tra le opzioni chirurgiche, da proporre nei casi refrattari al trattamento conservativo, ricordiamo il by-pass a livello delle arterie del pene, indicato in pazienti selezionati con lesioni localizzate di questi vasi (di solito secondarie ad un trauma) e senza malattia vascolare generalizzata e le protesi peniene che sono però gravate da complicanze (infezioni, erosioni) ma darebbero una buona soddisfazione al paziente e al partner [10].
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