Ressa: Precisazione importante perché, di solito, il paziente è convinto di non essere guarito, vista la persistenza del prurito.Bene. Passiamo alla seconda parassitosi cutanea, l'infestazione da pidocchi o pediculosi.
Rossi: L'infestazione da pidocchi colpisce di solito il cuoio capelluto o l'area genitale e il pube (piattola), ma può colpire anche il corpo. La pediculosi del capo è frequente nei bambini in età scolare (sono colpiti più bambini delle stessa scuola), comporta prurito intenso e spesso lesioni da grattamento. L'esame dei capelli mostra le caratteristiche lendini (uova): piccoli granuli bianco-giallastri adesi al capello che si riesce a staccare con difficoltà (diversamente dalla forfora che invece si riesce a rimuovere molto facilmente). La pediculosi del pube si trasmette di solito con i contatti sessuali. Anche qui vi è prurito e si possono vedere le uova attaccate alla base del pelo. Non di rado sono interessati anche i peli ascellari. Nella biancheria intima si possono rinvenire le feci del parassita sotto forma di piccoli granellini di color marrone. Qualche volta sia nella pediculosi del capo che in quella del pube si possono vedere i pidocchi veri e propri. Lesioni da grattamento e superinfezione batterica possono complicare il quadro dermatologico.
Ressa: La terapia?
Rossi: Si basa sull'uso della crema di permetrina da lasciare in sede per 6-12 ore. Bisogna rimuovere le lendini e i pidocchi con la spazzola dopo aver bagnato i capelli o i peli con acqua e aceto. Inoltre importante trattare i contatti, prevenire la reinfezione insegnando le normali pratiche igieniche e sessuali, evitando di usare pettini, spazzole e indumenti adoperati da altri.Può essere utile ripetere il trattamento dopo 7 giorni.