Rossi: Pochi argomenti sono così controversi come il management del cancro prostatico. Abbiamo visto parlando del PSA che esistono molte forme di neoplasia non evolutiva che non portano mai al decesso del paziente per cui vi è incertezza sul trattamento da adottare nelle forme localizzate iniziali.
Ressa: Partiamo, come per tutti i tumori, dalla stadiazione
Rossi: La stadiazione universalmente usata è quella TNM Tumore T1 = tumore clinicamente inapparente non visibile e non palpabile diagnosticato in seguito ad un esame istologico dopo TURP (T1a = presente nel 5% o meno del tessuto resecato, T1b = presente in più del 5% del tessuto resecato) o ad una agobiopsia per un PSA elevato (T1c) T2 = tumore confinato alla prostata, T2a se ad un solo lobo, T2b se ad entrambi i lobi T3 = tumore esteso alla capsula prostatica (T3a) oppure anche alle vescichette seminali (T3b) T4 = tumore che invade le strutture adiacenti (collo vescicale, retto, ecc) TX = tumore non valutabile Linfonodi 0 = no interessamento linfonodale N+ = interessamento linfonodale NX = linfonodi non valutabili Metastasi sistemiche M0 = non metastasi a distanza M+ = metastasi a distanza. M1a = linfonodi non regionali – M1b = ossa – M1c = altri tessuti
Poi esiste un criterio istopatologico del campione prelevato con la biopsia prostatica: viene usato lo score di Gleason che lo classifica in base alla differenziazione: l’anatomopatologo sceglie sul vetrino le due popolazioni cellulari più rappresentate numericamente e le classifica entrambe in un punteggio crescente, più e’ alto, più il tumore è indifferenziato.
Score 2-6 = ben differenziato Score 7 = moderatamente differenziato Score 8-10 = poco differenziato o indifferenziato