|
|
|
|
|
|
|
|
|
Cosa devo fare se... |
|
|
pag 8
LE CERTIFICAZIONI
D.: Cosa faccio se mi viene richiesto di certificare che un mio assistito e’ capace di intendere e di volere (o al contrario che non e’ capace di intendere e volere)? R.: Lo faccio tranquillamente, ovviamente se la situazione corrisponde a quanto richiestomi. La legge non riserva a particolari categorie (come psicologi, psichiatri o medici legali) questo tipo di certificazione, anche perché la capacità di intendere e volere a scopi civilistici non e’ legata a precise diagnosi eziopatogenetiche di malattia o di disturbo mentale ma interessa soprattutto l’aspetto “funzionale”. Si dichiara cioè che il paziente, per quanto riguarda la sua capacità civile, (testamenti, cessione o acquisto di beni ecc.) e’ consapevole di ciò che sta facendo e intende veramente farlo. Il medico può perciò accertare questa condizione con un colloquio preliminare con il paziente stesso e eventualmente (ma non obbligatoriamente) applicando dei test già valicati e di facile applicazione, quali lo SCAG o il MINIMENTAL TEST. In mancanza di questi test può ugualmente verificare quelle condizioni con una serie di domande tese a esplorare sia la capacità cognitiva del paziente (orientamento spaziale e temporale, il riconoscimento delle persone a lui vicino ecc.) sia la capacità volitiva (consapevolezza dell’atto civile che vuole compiere e conferma della volontà di volerlo fare). Nei casi “border-line” in cui può essere difficile effettuare una valutazione precisa, e’ effettivamente consigliabile che il medico chieda una consulenza specialistica, o demandi la certificazione ad uno specialista. Questa prassi però non e’ assolutamente obbligatoria nei casi in cui il medico e’ capace di raccogliere tali elementi da solo.
|
|
|
|
|
|
|
|
2004 - 2024 © Pillole.org Reg. T. di Roma 2/06 |
|
|
ore 12:57 | 1285559 accessi| utenti in linea:
61802
Realizzato con ASP-Nuke 2.0.5
|