Rossi: Già, solo che è un fattore su cui purtroppo non possiamo agire. La fibrillazione atriale è la causa principale degli stroke cardioembolici mentre vi sono ancora incertezze per quanto riguarda la pervietà del forame ovale (vedi in seguito). L'ischemia cerebrale causa oltre l'80% dei casi di ictus o TIA (attacco ischemico transitorio) e si realizza con due diversi meccanismi: quello trombotico (occlusione di un vaso arterioso intra o extracerebrale) e quello embolico (gli emboli possono partire dalle camere cardiache sinistre come nella fibrillazione atriale e si parla di origine cardioembolica oppure da placche aterosclerotiche poste per esempio a livello carotideo). L'emorragia cerebrale, distinta in emorragia intracerebrale (circa il 15% degli stroke) ed emorragia subaracnoidea (circa il 5%), riconosce essenzialmente due meccanismi (se si escludono le forme post-traumatiche): una crisi ipertensiva o la rottura di malformazioni (di solito aneurismi) dei vasi cerebrali.
Ressa: Come distinguere le emorragie dalle ischemie?
Rossi: Non è possibile differenziare clinicamente le emorragie dalle ischemie, e quasi sempre sono necessari esami di neuroimaging come la TAC e la RMN. La TAC cerebrale (anche senza mezzo di contrasto) viene consigliata il più precocemente possibile perché permette di escludere un'emorragia ma va considerato che, durante le prime ore, può non riuscire a visualizzare la zona ischemica per cui un esame negativo non esclude un ictus e tanto meno un TIA, se la clinica è suggestiva.
Ressa: Per questi motivi va ripetuta dopo 7 giorni.