Rossi: Secondo la definizione del DSM-IV la demenza è un sindrome clinica caratterizzata da deficit cognitivi multipli con compromissione della memoria, del linguaggio, delle capacità motorie (pur in presenza di funzione motoria integra), della capacità di riconoscere oggetti e persone o agnosia (pur avendo integri gli organi di senso), delle capacità di pensiero e di organizzazione della propria vita. La sindrome provoca ovviamente una grave compromissione della vita sociale e di relazione del soggetto che finisce con il dover essere assistito e accudito nelle sue necessità personali e in tutti gli aspetti delle attività quotidiane.
Ressa: Nella pratica quotidiana noto che è una malattia temuta persino più del cancro.
Rossi: La demenza può insorgere a tutte le età anche se tipicamente è una malattia dell'anziano. Vengono riportate frequenze del 15% per soggetti > 65 anni e addirittura fino al 40% per pazienti > 80 anni. Tuttavia le varie casistiche danno stime molto diverse anche perché diversi sono i criteri diagnostici utilizzati e se diagnosticare la demenza nelle fasi avanzate è semplice lo è molto meno all'esordio.
Ressa: Cominciamo a parlare della diagnosi alla quale, di solito, si perviene per segnalazione da parte dei congiunti del paziente che di solito riferiscono di comportamenti anomali.
Rossi: Sono stati messi a punti numerosi strumenti diagnostici, tra cui il famoso "Mini Mental State Examination Test" o MMSE, che permetterebbero una diagnosi in fase abbastanza precoce. Non è detto però che la diagnosi precoce sia necessariamente utile in sè in quanto non ci sono farmaci o trattamenti in grado di prevenire realmente il peggioramento del decadimento cognitivo.