Ressa: Ma non abbiamo già parlato della incontinenza urinaria nel capitolo sugli anziani?
Rossi: Si, da un punto di vista più generale. Qui trattiamo specificamente quella femminile. In effetti l'incontinenza urinaria è una patologia essenzialmente delle donne; la sua frequenza cresce con l'età tanto che dopo i 65 anni si ritiene che circa una donna su tre soffra di questo problema e una su dieci lamenti episodi giornalieri di incontinenza urinaria [1]. Purtroppo ad una frequenza così elevata corrisponde una sottovalutazione del problema da parte delle stesse pazienti che spesso lo ritengono un normale riflesso dell'invecchiamento e non lo riferiscono al medico.
Ressa: Come comportarsi di fronte ad una paziente che lamenta incontinenza urinaria?
Rossi: La prima cosa da fare è una anamnesi e un esame obbiettivo attenti oltre ad un esame delle urine e una urinocoltura.
Ressa: Con quali finalità?
Rossi: Anzitutto per escludere delle condizioni che richiedono ulteriori accertamenti: per esempio un prolasso uterovaginale richiede una consulenza ginecologica, una storia di pregressa irradiazione della pelvi o di chirurgia pelvica possono rendere necessaria una valutazione uroginecologica. In presenza di ematuria o di infezioni urinarie recidivanti può essere necessario far eseguire accertamenti radiologici e/o ecografici dei reni e delle vie urinarie. Vi sono poi alcune situazioni in cui più che ad una vera e propria incontineza urinaria siamo di fronte ad un eccesso di diuresi causato da farmaci (per esempio diuretici) o malattie (per esempio diabete).