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Un vestito a misura d'uomo |
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Ressa: Se ho capito bene tu rimarchi il fatto che un comportamento come si aveva fino a pochi anni fa, del tipo “Prenda questa compressa per X giorni” sia da archiviare senza rimpianti.
Rossi: Recenti ricerche dimostrano che molti pazienti in terapia per malattie croniche non assumono i farmaci prescritti, del tutto o in parte. Una percentuale rilevante di soggetti a rischio cardiovascolare, a cui il medico ha prescritto una statina, finisce con l’interrompere il trattamento dopo due anni. I medici faticano a comunicare e a far comprendere il concetto di rischio e discutono poco i pericoli e i benefici dei trattamenti. D’altra parte le credenze del paziente, le sue aspettative, la sua visione della malattia, le sue convinzioni e ciò che egli pensa dei trattamenti sono importanti e influenzano la compliance. Il punto di vista del paziente è essenziale ed il medico deve sforzarsi di comprenderlo durante la visita.
Ressa: Io dico sempre che il miglior medico non è colui che dice le cose giuste e basta ma soprattutto colui che le sa anche far fare al singolo paziente, usando una FLESSIBILITA’ di comportamenti che possono far usare alternativamente o in sequenza: risolutezza, arrendevolezza, compromesso accettabile in vista di un altro più aderente agli scopi da prefiggersi, ecc. E’ chiaro che la conoscenza del paziente, della sua psiche, del suo modo di vivere e di pensare aiuta molto, soprattutto nell’adesione a terapie di uso cronico; di solito, per quelle da assumere per brevi periodi, non ci sono grossi problemi se c’è un minimo di fiducia nel rapporto reciproco.
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