Rossi: Le linee guida sono un concentrato di raccomandazioni - o se vogliamo suggerimenti -sul comportamento da tenere in determinate situazioni. Vengono elaborate da Enti Governativi o da Società Scientifiche e la loro utilità è fuor di dubbio in quanto riassumono le conoscenze disponibili su un certo argomento (diabete, ipertensione, dispepsia, ecc.). Di solito le raccomandazioni possiedono un grado più o meno elevato di forza in dipendenza delle evidenze su cui si basano. Ogni Società o Ente che elabora le linee guida adotta una propria classificazione ma in linea generale le raccomandazioni sono tra loro sovrapponibili. Le linee guida non sono però una panacea che risolve d'incanto tutte le difficoltà della clinica. Una revisione su 227 linee guida pubblicata nel 2001 sul Canadian Medical Association Journal ha dimostrato che molte di esse forniscono raccomandazioni non basate su prove scientifiche ma su pareri personali degli autori, che molte non vengono periodicamente aggiornate e che solo nel 9% dei casi potevano essere consigliate ai medici perché di buona qualità. Inoltre spesso gli autori delle linee guida hanno ricevuto compensi o sono stati alle dipendenze di ditte farmaceutiche i cui farmaci venivano citati dalle linee guida stesse. Le linee guida vengono viste con diffidenza, dai clinici che hanno un approccio tradizionale con il paziente, anche per altre ragioni: sono troppo complesse, non tengono conto del contesto particolare in cui debbono essere trasferite, sono calate dall'alto e viste come una prevaricazione alla loro libertà clinica. Ciononostante sono divenute uno strumento indispensabile per i medici che se ne debbono servire con intelligenza , scegliendo quelle emanate da Enti Governativi (come la US Preventive Services Task Force) o da Società Scientifiche importanti.