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Diagnosi: arte o scienza?
Inserito il 30 gennaio 2006 alle 14:23:00 da R Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Rossi:
Io mi acconteneterei se di buoni artigiani ce ne fossero molti, l'arte la lascio a quelli (pochi) che hanno avuto in dono l'istinto di cui tu parli.

Ressa:
Alla fine, ma non per ultima, lascio l’umanità che traspare nel tuo operare come medico e che il paziente percepisce immediatamente.
Egli ti legge nell’anima e, se non trova una corrispondenza, il rapporto parte male anche se il medico applica alla lettera tutto cio’ che deve fare; è come il GALATEO, tu puoi dire che quella persona è correttissima perché ha un comportamento ineccepibile ma, contemporaneamente, puoi, magari, intuire che è solo facciata e che “dietro” , come UOMO, è una nullità, non ha sensibilita’ e voglia di donare. Non mi risulta che nel corso universitario ci sia l’esame di “sensibilità” e di “voglia di donare”.
La “partecipazione” al problema altrui prescinde dalle conoscenze ma fa sì che il paziente si “apra” all’anamnesi e all’esame obiettivo che sono le fondamenta della diagnostica, viceversa egli sarà reticente o poco disponibile.

Rossi:
Malgrado sia in apnea, a causa del tuo pistolotto, sono disposto a correre il rischio e ad accettare la sfida.
Nei capitoli che seguono vengono trattati alcuni sintomi e segni di frequente riscontro in Medicina Generale e cercherò di mostrare come si può arrivare ad un ragionevole inquadramento diagnostico. Naturalmente questo modo di procedere non ti mette al riparo al cento per cento da possibili errori perchè ci sono sempre i casi atipici e quelli rari che ti fregano.
Infine due considerazioni:
1) spesso le check list ci servono più per "escludere" alcune patologie che per fare una diagnosi vera e propria; per esempio in caso di dolore addominale l'esame delle varie cause può aiutarmi a prendere in considerazione e quindi ad escludere patologie gravi come una peritonite, una perforazione intestinale o una pancreatite, non necessariamente però permettono di fare una diagnosi precisa del tipo di disturbo che affligge quel determinato paziente, e non è neppure detto che sia necessario farlo se poi il sintomo è autorisolutivo;
 
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