Paziente 50 enne, viene in visita privata per un’ipertensione iniziata da poco tempo che non trae giovamento dalla terapia. Anamnesi familiare negativa per ipertensione; non fuma; è magro, l’esame obiettivo è completamente negativo salvo un’ipertensione distolica di 110 mmHg. Reca con sé controlli ematochimici ripetuti che evidenziano una ipokaliemia (3 mg) persistente e in più: pra normale ma ai limiti bassi, ormoni cortico e midollari surrenalici plasmatici normali; aldosterone urinario nelle 24 ore normale ma verso i limiti bassi; TC addominale negativa, ecodoppler delle arterie renali negativo; il paziente è stato già messo in terapia da un mese con aceinibitori, a dose piena, ma senza successo. Cretinetti rassicura il paziente sulla inesistenza di un’ipertensione secondaria e sta per vergare una ricetta con un altro ipertensivo da aggiungere al primo perché “alcune ipertensioni richiedono più farmaci”. Il paziente fa avanzare la sedia verso la scrivania del medico per ascoltare meglio i tempi e i modi dell’assunzione ma improvvisamente si sente un rumore come un ticchettio ripetuto, la diagnosi fu quindi fatta A VISTA con grande sorpresa del medico in piena “crisi diagnostica” e aiutato immeritatamente da un colpo di fortuna. *