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Quella gioiosa amazzone |
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Cretinetti viene scelto come medico di famiglia da una donna anagraficamente di 50 anni, con aspetto da 40 enne (a essere cattivi), estremamente piacente, frequentatrice del jet set romano, tre matrimoni alle spalle con relativi figli sparsi, carattere brillantissimo, ottima amazzone e vincitrice di concorsi ippici, non ha una occupazione specifica ma organizza le feste degli sfaccendati.
Dichiara di essere affetta da almeno dieci anni, come lo erano entrambi i genitori di cui uno deceduto per ictus e l’altro per infarto del miocardio, da ipertensione arteriosa che cura saltuariamente “perché mi rimbambiscono”, con beta bloccanti, e anche da un “colesterolo elevato che deriva dal fatto che non mangio mai a casa mia con tutti questi ricevimenti”.
Riferisce altresì ripetute infezioni respiratorie che “capitano spesso a noi che cavalchiamo in tutte le stagioni”, curate con antibiotici.
Confessa di aborrire i medici per cui ha avuto, con essi, scarse frequentazioni ed è venuta solo per presentarsi a Cretinetti perché il suo medico precedente è morto da 3 anni e lei non lo sapeva!
Cretinetti la visita e rileva una p.a. di 155/90, un’azione cardiaca ritmica e un soffio diastolico al focolaio aortico, fa eseguire una ecocardiografia che rileva una insufficienza valvolare aortica con dilatazione lieve moderata dell’aorta ascendente che mostra anche qualche calcificazione al Rx telecuore, il colesterolo totale è 350 con LDL elevate e HDL normale.
Cretinetti si avventura in un acidissimo sermone dicendo alla paziente che la somma delle due patologie: ipertensione, mal curata, e dislipidemia, non curata, hanno già causato questi danni in un soggetto ancora giovane.
Si inizia una terapia continua con aceinibitori e statine che ottiene l’effetto di controllare la pressione arteriosa e i valori del colesterolo; passano pochi anni e Cretinetti si mostra soddisfatto, come pure la paziente che continua la sua vivacissima esistenza almeno fino a quando viene colpita da una sindrome caratterizzata da cefalea e vertigini.
Cretinetti prescrive un ecodoppler dei TSA che mostra la presenza di piccole placche carotidee e vertebrali giudicate “stabili”; l’ecocardiografia è solo di poco peggiorata, si aggiunge asa 100 mg al dì ma dopo 15 giorni la paziente chiede un’ulteriore visita perché dichiara di sentire da una settimana “la gamba destra pesante, come bloccata e anche la mano destra mi formicola un po’, in più ho la sensazione che mi manchino le parole”.
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