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Cretinetti e la maledizione di Raffaello |
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pag 1
Cretinetti acquisisce un nuovo paziente di 16 anni, fino ad allora assistito da un pediatra, amico di famiglia, che però è deceduto; è un ragazzo di una bellezza unica, abbagliante, i lineamenti sembrano disegnati da Raffaello (di cui porta il nome). La madre è orgogliosissima di questo figlio (che però non le somiglia affatto), reca con sé un libretto dove il collega diligentemente annotava ogni cosa e dal quale risulta: padre morto per ca. cerebrale; non allergie alimentari o respiratorie né intolleranze a farmaci; lipomatosi, scoliosi; malattie sofferte in passato: morbillo, varicella, parotite epidemica, scarlattina, VI malattia, tonsilliti recidivanti per le quali era stato proposto un intervento chirurgico rifiutato dalla madre. Il ragazzo viene riportato in studio perché, “strizzandosi” un brufulo sul collo ha notato un piccolo “bozzo”; alla visita si rileva, in zona tiroidea, un nodulo, l’ecografia ne conferma la presenza, la scintigrafia parla di nodulo freddo, l’agoaspirato di cellule tiroidee senza atipie, gli ormoni sono normali. Cretinetti consiglia comunque un intervento che però viene procrastinato sine die dalla madre che afferma “perché toglierlo se è benigno?”, la sorveglianza ecografica strumentale mostra, negli anni, la non progressione volumetrica della lesione, né la comparsa di altre (“visto che avevo ragione, dottore?”). Il giovane arriva ai 20 anni, sempre più bello, ha abbandonato gli studi e frequenta il giro della moda, molte sfilate e foto su copertine, un giorno il belloccio si presenta in studio, d’estate, reduce dalla finale di un torneo di calcetto, durante la partita, in conseguenza di un fallo, è caduto a terra insaccandosi e la sua tumefazione coccigea, “che però già ho da anni”, si è gonfiata. Mostra anche una lesione cutanea ascellare bilaterale pruriginosa che Cretinetti ascrive a una micosi estiva, il medico nota anche delle lesioni tipo lentiggini nei due cavi, prescrive terapie topiche per entrambi i problemi e applicazione di ghiaccio sul coccige. Dopo pochi giorni il bel giovane accusa un dolore lancinante alla nuca irradiato all’arto superiore destro; Cretinetti consiglia le solite terapie con FANS che risultano inefficaci, come pure i corticosteroidi e i miorilassanti, per cui decide di far effettuare una TC che rileva “tumefazione da probabile ernia del disco C5-6”.
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