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Cretinetti e la maledizione di Raffaello |
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pag 3
Cretinetti fece eseguire analisi ematochimiche per la ricerca di un’ipertensione secondaria perché gli sembrava strano che con 37 gradi di temperatura in un 20 enne uscisse fuori un valore pressorio di 190/100 mmHg. Le analisi furono compatibili con un feocromocitoma, ma anche allora Cretinetti NON era arrivato alla diagnosi COMPLESSIVA. Chiese una TC addominale che confermò il sospetto, fu operato e fu rimossa anche la “cisti” coccigea, l’esame istologico di quest’ultima parlò di “neurofibroma”. Poi di seguito vennero asportati: nodulo “tiroideo”, nodulo extrapleurico, anch’essi neurofibromi; l’“ernia” cervicale era naturalmente un neurofibroma ma fu lasciata lì. Dopo poco tempo cominciarono a uscire i neurofibromi sottocutanei con una velocità preoccupante, l’aspetto di Raffaello peggiorò a tal punto che nessuno più lo chiamò a sfilare, le ragazze sparirono, la madre assistette sgomenta al disfacimento fisico di un soggetto così bello che è diventato negli anni una specie di “elephant man” di cinematogafica memoria, ne morì di dolore. Un’altra vittima della NEUROFIBROMATOSI DI VON RECKLINGHAUSEN. Il padre era morto di tumore cerebrale (come detto nell’anamnesi), forse anche lui ne soffriva? Le lentiggini in cavo ascellare sono patognomoniche della malattia.
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