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Colesterolo sì, colesterolo no |
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Il dottor Pensa: “Credo che la galassia delle ipercolesterolemie familiari sia composta da individui a rischio diverso ma non so se siano stati standardizzati dei percorsi per stratificarli in varie fasce di rischio. Mi sembra ragionevole ritenere che a questo scopo possa essere utile valutare la presenza o l'assenza di fattori di rischio aggiuntivi (quelli soliti), entità della dislipidemia, se ci sono stati casi di malattie cardiovascolari precoci o meno nei familiari, se ci sono evidenze di arteriopatia periferica o carotidea all'ecodoppler ecc.ecc.” Il dottor Sonda: “Adesso gli esami ti servono eh? “, il dottor Pensa fa spallucce. Il dottor Ebiemme : “Ci sono specialisti del campo (non legati a ditte farmaceutiche) che arrivano addirittura a negare che l'ipercolesterolemia sia un fattore di rischio. E' vero che le statine abbassano del 25% il rischio, ma in valore assoluto è un'inezia. Studi autoptici hanno mostrato che l'aterosclerosi dell'aorta è indipendente dal valore del colesterolo. E poi che dire degli effetti collaterali? compreso il rischio di cancro dei farmaci? La recente metanalisi di JAMA sembra rassicurare, ma si sa che la carcinogenesi richiede anni e gli studi sugli animali parlano chiaro, ma vedere anche lo studio PROSPER. Che dire poi della storia della dieta ricca in PUFA? Anche questa è questionabile” La dottoressa Saputella interviene: “Questa storia dell'ipercolesterolemia familiare viene ripetutamente fuori è non vi sono mai certezze se non quella che la nota 13 prevede per questi soggetti il rimborso del trattamento ipolipemizzante. In realtà non sono mai riuscito a trovare studi sulle ipercolesterolemie famigliari eterozigoti (in cui è verosimile che vi sia un aumento del rischio se va di moda oggi dire, riguardo al colesterolo, meno è meglio è) che però non è quantizzabile in rapporto ai valori di colesterolo, e l'esperienza dice variabile da soggetto a soggetto anche con valori di colesterolemia sovrapponibile. In letteratura si trova che vi è un aumento di incidenza di coronaropatia, arteriopatia obliterante periferica, ma non di stroke, probabilmente perché in quest'utimo il fattore shear stress da ipertensione o emboligeno sono presupposti necessari, diversamente dalle ipercolesterolemie omozigoti dove è ampiamente dimostrato un aumento della morbilità e della mortalità per malattie cardiovascolari. Per di più molti lavori associano la CAD piu’ che alla ipecolesterolemia famigliare eterozigote ai bassi livelli di HDL colesterolo che non agli aumentati livelli di LDL colesterolo. I fattori di rischio classici contribuiscano ad oltre la metà dei casi osservati di malattia coronaria.
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