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Colesterolo sì, colesterolo no |
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Il dottor Ebiemme: “Dall'altro lato non sembra neppure così importante la famigliarità come fattore di rischio, che infatti non viene considerata dalle carte. Personalmente sarei dell'idea di considerare il rischio cardiovascolare globale senza considerare se l'ipercolesterolemia sia famigliare o meno: quei pazienti con ipercolesterolemia famigliare che desiderano essere trattati perché hanno timore dei loro livelli di colesterolo, pur appartenendo alla fascia a rischio basso non posso ovviamente fare a meno, per chiari motivi medicolegali, di prescrivere la statina, ed in nota 13. Fra l'altro in soggetti con ipercolesterolemia eterozigote l'abitudine al fumo aumentasse l'incidenza di malattia coronarica in maniera rilevante rispetto ai non fumatori ed indipendentemente dagli altri fattori di rischio classici presenti, per cui nei soggetti fumatori,anche se a rischio basso, se non va in porto il consiglio alla cessazione, oppure nei soggetti con HDL colesterolo ridotto prescrivo più volentieri il trattamento ipolipemizzante, in questo confortato dai dati derivanti dagli studi controllati. La dottoressa Saputella: “Che usi in proposito?” Il dottor Ebiemme: “Tenuto conto dei costi dell'associazione ezetimibe-simvastatina, forse è meglio ricorrere all'associazione statine+ fitosteroli che complessano il colesterolo alimentare e competono con il colesterolo per l'assorbimento: 2 grammi al giorno riducono l'assorbimento di colesterolo del 10%".
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