Rossi: Nel 25-30% dei casi siamo di fronte a disturbi della ovulazione. Può trattarsi di anovulazione (che di solito è associata ad amenorrea per periodi prolungati, 90 giorni e più oppure a cicli molto lunghi, oltre un mese e fino a 3 mesi) oppure di oligovulazione (in cui il ciclo è prolungato ma mai oltre i due mesi). Altre cause sono patologie tubariche, endometriosi, deficit seminali. In circa il 20% dei casi la causa rimane ignota.
Ressa: Quindi già dall'anamnesi, rilevando le caratteristiche di durata dei cicli mestruali, si può ipotizzare un disturbo dell'ovulazione. Qual è il passo successivo?
Rossi: Confermare o escludere la presenza di una ovulazione o con il metodo della temperatura basale o dosando il progesterone verso il 20° giorno del ciclo (valori > 6-8 ng/mL indicano avvenuta ovulazione) oppure anche con il monitoraggio ecografico del follicolo, che dopo l'ovulazione scompare (ma penso che sia un metodo scomodo per la donna che deve eseguire numerose ecografie).
Ressa: In seguito?
Rossi: Conviene richiedere una visita ginecologica, una ecografia pelvica e transvaginale e una serie di esami di laboratorio di tipo ormonale da far eseguire al 5° giorno del ciclo mestruale spontaneo.
Ressa: E se il ciclo spontaneo latita?
Rossi: Si può indurre il ciclo somministrando progestinici per 8-10 giorni.