Rossi: Ne ricordo alcuni: ·la somministrazione di aceinibitori anche a pazienti non ipertesi: questa raccomandazione si basa sui risultati dello studio HOPE [26] che ha dimostrato i benefici del ramipril in una vasta gamma di pazienti ad alto rischio cardiovascolare e dello studio EUROPA [27] in cui venne usato il perindopril in pazienti coronaropatici ·la somministrazione di vitamina B12 e acido folico con lo scopo di ridurre l'iperomocisteinemia: valori elevati di omocisteina sembrano associati ad un aumento del rischio cardiovascolare ma i dati sono contrastanti e una meta-analisi ha concluso che non è giustificato uno screening della popolazione in tal senso [28]. Per ora non ci sono dimostrazioni forti provenienti da studi di intervento mentre studi di coorte sembrano escludere qualsiasi effetto [29]; una meta-analisi addirittura suggerisce che non ci sono evidenze forti circa l’associazione tra polimorfismo MTHFR 677 CT (che causa iperomocisteinemia) e malattie coronariche [44]. Infine tre studi su pazienti con pregresso ictus, infarto o con patologie cardiovascolari o diabete non sono riusciti a dimostrare una qualche utilità di vitamina B6, vitamina B12 e acido folico nella riduzione degli eventi [50,51,52,61]. ·la somministrazione di acidi omega 3: vi è indicazione a prescriverli nel post-infarto in quanto hanno dimostrato di ridurre le morti aritmiche [30]; in prevenzione primaria non ci sono dati anche se sono in corso studi ad hoc (studio Rischio e Prevenzione). ·fibrati: i dati sui fibrati sono contrastanti e nessuna linea guida li consiglia, almeno per il momento, per la prevenzione cardiovascolare; il loro uso è consigliato nella ipertriglieridemia familiare e nelle dislipidemie miste (attenzione all'associazione con statine!)