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Ipertensione - inquadramento diagnostico
Inserito il 14 febbraio 2006 alle 19:29:00 da R. Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Stucchi:
Oppure variazione di alcuni parametri ematochimici dopo l’uso di alcuni farmaci: creatininemia, potassiemia...

Rossi:
Beh, un aumento della creatinina con un aceinibitore o un sartanico può succedere, qualche volta potrebbe essere dovuto ad una nefropatia e quindi andrebbe fatto almeno un eco-doppler addominale. Riprendendo il discorso di prima direi che gli esami di terzo livello comprendono tutti gli accertamenti necessari a diagnosticare un'ipertensione secondaria.
Abbiamo visto che in genere l'ecocardiogramma non è considerato un esame di primo livello da richiedere a tutti gli ipertesi. E' probabile però che con le nuove classificazioni dello scompenso cardiaco (vedi capitolo relativo) in futuro le indicazioni all'ecocardiogramma si andranno sempre più estendendo (documentazione della disfunzione ventricolare sinistra asintomatica).

Ressa:
Quando ero un giovane medico facevo ripetere ECG, fundus e Rx telecuore ogni anno; poi, mano a mano che i capelli mi diventavano bianchi, mi sono reso conto che gli intervalli si sono dilatati molto. Ogni quanto ripetere gli esami?

Rossi:
Non ci sono, né ci potrebbero essere, indicazioni stringenti. In realtà il follow-up del paziente iperteso dipende da molti fattori (presenza o meno di complicazioni, risposta alla terapia, ecc.) e deve essere lasciato alla valutazione clinica del medico. In linea generale si può prevedere un controllo dei principali esami ematochimici ogni 12 mesi,un fondo oculare ogni 2-3 anni se la pressione è ben controllata e non vi sono segni di complicazioni. Per l'ECG possono valere le stesse indicazioni. In ogni caso non ci possono essere protocolli rigidi e la decisione andrà presa caso per caso valutando il paziente nel suo complesso.

Stucchi:
E’ il caso di controllare alcuni parametri ematochimici in relazione al tipo di terapia e di farlo nei primi mesi di trattamento quando gli effetti del farmaco sono più probabili, in base alle caratteristiche peculiari del paziente?
Per esempio, creatininemia e potassiemia con ACE Inibitori e sartani oppure la potassiemia nella terapia con tiazidici. Non so voi, ma io ho notato che alcuni pazienti tendono, indipendentemente dalla dieta, a sviluppare precocemente ipopotassiemia con la terapia tiazidica, mentre altri non hanno mai questo problema.

Rossi:
Su questo punto sono d'accordo. Almeno all'inizio della terapia è opportuno controllare con una certa frequenza (per esempio ogni 3 -6 mesi) funzionalità renale ed elettroliti specie se si usano aceinibitori, sartani e diuretici.
 
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