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Cardiopatia ischemica |
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pag 10
Rossi: 1. chiamare il 118 e richiedere che nell'ambulanza ci sia anche personale medico e non solo paramedico 2. somministrare aspirina (sono consigliati 325 mg), un nitrato sublinguale se vi è dolore persistente (da ripetere dopo 3-4 minuti se il dolore non recede e anche per più volte); il nitrato è utile anche in caso ci siano segni di scompenso ventricolare sinistro (nel qual caso si associa furosemide 2 fiale per via EV)
Ressa: Quindi il “fattore tempo” è il più importante, in caso di forte sospetto è più utile che il medico, se impossibilitato a intervenire in tempi stretti, consigli per telefono al paziente di assumere un’aspirina (di solito presente nell’armadietto farmaceutico casalingo) e di chiamare l’ambulanza. Mi sono capitati casi di pazienti che hanno trovato più utile andare in ospedale con mezzi propri, in caso di non soddisfazione in tempi brevi della loro chiamata (può accadere in una grande città), uno addirittura ci andò con l’autobus !!
Rossi: Tutte le linee guida enfatizzano la necessità di ridurre al minimo il tempo che intercorre tra l'insorgenza dei sintomi e il ricovero. Vi è la tendenza infatti a ricorrere alle terapie invasive sempre più spesso quando il ricovero avviene entro poche ore, anche se il limite temporale per la decisione non è ancora ben codificato. Mi preme sottolineare infine che le insidie sono distribuite a piene mani sulle strade della clinica. Un mio paziente di 54 anni, con storia di ulcera duodenale, presentava da alcuni giorni un dolore retrosternale indipendente dagli sforzi e ben tollerato, tanto da permettergli di continuare a lavorare in fabbrica. La moglie, preoccupata, mi consulta per un parere. Io chiedo dove sia il marito e lei mi risponde che è al lavoro. Riesco a convincerla a cercarlo col telefonino per dirgli di recarsi subito in PS. Viene visto da un cardiologico, vengono eseguiti gli esami per la determinazione dei markers biochimici e ovviamente l' ECG, ripetuti dopo alcune ore di osservazione. Trovando tutto normale il cardiologo lo rimanda a casa con l'invito a sottoporsi a gastroscopia perché sicuramente la causa dei sintomi è da ricercarsi a livello gastrico o esofageo, vista anche l'anamnesi positiva per pregressa ulcera duodenale. Il paziente si rassicura, ha una scorta di antisecretivi e non ci pensa più.
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