Ressa: Ci sono pazienti che hanno una coronaropatia documentata con i test non invasivi oppure talora anche con una coronarografia, che sono asintomatici, non hanno avuto un infarto e non sono ipertesi. Cosa fare in questi casi?
Rossi: Ci vengono in qualche modo in aiuto le linee guida pubblicate nel 2004 ad opera dell'American College of Physicians e dell'American College of Cardiology (Ann Intern Med 2004 Oct 5; 141:562-562). Queste linee guida, pur ammettendo che per questi pazienti ci sono dati limitati, consigliano di usare aspirina e statine. Probabilmente sono utili i beta-bloccanti anche se non ci sono trials clinici sull'uso di questi farmaci nei coronaropatici asintomatici senza pregresso infarto. Aggiungo di mio che potrebbero essere utili anche gli ace-inibitori, almeno sulla scorta di alcuni studi come l'HOPE e l'EUROPA. Recentemente è stata dimostrata anche l'efficacia dell'amlodipina in pazienti coronaropatici non ipertesi (studio CAMELOT).
Ressa: Insomma, qual è il ruolo del clinico pratico nella cardiopatia ischemica?
Rossi: Possiamo individuare tre momenti: a. la prevenzione nei soggetti a rischio (vedi capitolo sul rischio cardiovascolare) b. la diagnosi c. la gestione della terapia e il follow-up.