La diagnosi L'ECG a riposo, se si esclude l'IMA, non è di aiuto nella diagnosi di cardiopatia ischemica in quanto può essere normale in una elevatissima percentuale di casi. Nella stessa angina instabile si può avere un ECG del tutto normale, anche se spesso mostra alterazioni considerate di tipo ischemico come l'ST sottoslivellato o l'onda T profondamente negativa e a branche simmetriche. Si rendono quindi necessari esami di secondo livello.
L'ECG da sforzo (con tappeto ruotante o al cicloergometro) si esegue di solito per confermare un'origine ischemica in un soggetto con dolore toracico non diagnostico. Bisogna dire che il test è poco utile se viene eseguito in un individuo che ha scarse probabilità di avere un'ischemia miocardica (per esempio un soggetto giovane con dolori toracici atipici e nessun fattore di rischio), anzi in questi casi si corre il rischio di avere falsi positivi che generano inutili allarmismi. Il test si considera positivo se compare angor durante lo sforzo oppure se l'ST sottoslivella più di 1 mm dalla isoelettrica. Più il sottoslivellamento è evidente e più è probabile un'ischemia miocardica; per esempio se l'ST sottoslivella più di 2 - 2,5 mm si può essere quasi certi della diagnosi. Segni fortemente sospetti per ischemia sono anche la cosiddetta "pseudonormalizzazione" delle onde T (cioè onde T negative a riposo che diventano positive sotto sforzo) e la comparsa di una marcata ipotensione durante la prova. Invece la comparsa di aritmie ventricolari durante la prova può indicare un'ischemia ma non viene considerata una prova certa, diciamo che è una "prova indiziaria".
Ressa: Un test da sforzo negativo esclude una cardiopatia ischemica?