Ressa: Si sta scatenando una lotta feroce tra i cultori dell’angioplastica, che arrivano a trattare lesioni fino a pochi anni fa non aggredite e cardiochirurghi che si vedono sottrarre molto lavoro.
Rossi: La scelta tra by-pass e angioplastica dipenderà dell'anatomia delle lesioni svelate dalla coronarografia. La superiorità a lungo termine del by-pass sull'angioplastica viene suggerita da alcuni studi, se non altro in termini di minor ricorso a nuove procedure di rivascolarizzazione e forse anche di riduzione della mortalità [42]. Per contro i vantaggi dell'angioplastica sono il fatto che non è necessario ricorrere ad un intervento chirurgico aggressivo, si ha un ricovero più breve e un ritorno più veloce alle normali attività.
Ressa: A nessuno piace farsi aprire il torace, mentre una “sturatina” ogni tanto.....
Rossi: Comunque recentemente sono stati pubblicati i dati del registro cardiologico di New York che ha preso in esame quasi 60.000 pazienti sottoposti a intervento di rivascolarizzazione e da cui risulta che nei soggetti con interessamento di due o più vasi coronarici, il by-pass è superiore allo stent in termini di sopravvivenza e di ricorso a nuove procedure di rivascolarizazione [43]. Una revisione sistematica [58] suggerisce che by-pass e PCI sono ugualmente efficaci a lungo termine: il by-pass è gravato da un maggior rischio di ictus perioperatorio, la PCI comporta un minor controllo dell’angina ed un maggior ricorso a nuovi interventi. Secondo una metanalisi [59] l’impatto a lungo termine delle due metodiche è simile, ma il by-pass è superiore nei diabetici e nei pazienti con almeno 65 anni.