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Cardiopatia ischemica
Inserito il 15 febbraio 2006 alle 19:14:00 da R. Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Rossi:
Alcune volte il quadro è così caratteristico o grave (ipotensione, stato di sofferenza, sudorazione, ecc.) che non ci resta altro da fare che inviare subito il paziente in ospedale; altre volte, pur dopo un'anamnesi attenta ed accurata e un altrettanto diligente esame obiettivo, il dubbio rimane.
Alcune caratteristiche possono aiutare nella diagnosi differenziale: per esempio un paziente che localizza la zona del dolore con una mano aperta è molto più preoccupante di uno che indica con un dito un punto preciso sulla parete toracica.
Un dolore che si accentua con la digitopressione o con la compressione costale fa propendere per un'origine muscolo-scheletrica o ansiosa, così come un dolore che dura 1-2 secondi molto difficilmente può essere di origine cardiaca, anche se si ripete più volte nel corso della giornata. Il dolore che si accentua con il respiro profondo può essere di origine costale o pleurica. Diverso sarà, inoltre, l'atteggiamento verso un giovane apparentemente sano o un soggetto di 50-60 anni, magari noto al medico per essere iperteso o diabetico. Negli anziani il quadro di un IMA può essere ingannevole, il dolore poco intenso e riferito in sede epigastrica. Se permangono dubbi è sempre preferibile inviare il paziente in PS.
Alcuni medici di famiglia si sono attrezzati per poter eseguire un elettrocardiogramma in modo autonomo o assistito per via telefonica. Con l'elettrocardiografia trans-telefonica infatti è possibile inviare ad un centro cardiologico il tracciato registrato dal medico ed averne una lettura immediata da parte di uno specialista. Un tracciato ECG negativo è per certi versi tranquillizzante ma bisogna sempre ricordare che non esclude un infarto né una sindrome coronarica acuta e che bisogna valutare il paziente e non l'esame.
Vorrei concludere questa parte dedicata al dolore toracico ricordando due casi che mi sono capitati di recente.
Il primo riguarda un uomo di 63 anni, già sottoposto qualche anno fa a by-pass iliacofemorale per arteriopatia obliterante (e ancora fumatore!); mi chiama una mattina verso le 7,30 perché per tutta la notte ha lamentato un dolore epigastrico insistente che attribuiva ad un fatto digestivo essendosi ingozzato la sera prima, ad una sagra paesana, con piatti non proprio leggeri. Arrivo, visito il paziente, tutto a posto, pressione normale, auscultazione cardiaca negativa, non aritmie; l'esame obbiettivo dell'addome è pure negativo. Ma la storia clinica è troppo importante, so che il paziente è un vasculopatico, potrei perdere del tempo, portarlo in ambulatorio, fargli un ECG, ma so che se anche il tracciato fosse negativo ciò non esclude al 100% una genesi ischemica. Decido di caricarlo in macchina e portarlo in ospedale: infarto acuto del miocardio inferiore e laterale! Un caso in cui la conoscenza della storia precedente ha permesso una diagnosi immediata.

Ressa:
Bravissimo: cuore e vasi fanno parte di un unico sistema.
 
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