Rossi: La storia naturale dello scompenso cardiaco è radicalmente cambiata con l'avvento di due classi di farmaci, gli aceinibitori e i beta-bloccanti, che hanno dimostrato di essere in grado di ridurre la mortalità. Tuttavia vi sono dei punti non risolti dovuti al fatto che tutti i trials sullo scompenso sono stati effettuati in pazienti in larga parte diversi da quelli curati negli ambulatori dei medici di famiglia [6]. Per chi voglia approfondire questo punto consiglio la lettura dell'Appendice 2.
Gli aceinibitori migliorano i sintomi (di solito nel giro di 1-3 mesi), rallentamento il peggioramento della malattia e riducono la mortalità [8] e sono consigliati in tutte le classi di scompenso cardiaco dalle linee guida dell'AHA/ACC [9]. Generalmente si ritiene che vi sia un effetto classe per cui tutti gli aceinibitori sono considerati efficaci.
Ressa: A che dosaggio?
Rossi: E' importante ricordare che bisogna raggiungere la dose di farmaci utilizzata nei trials clinici o comunque la dose massima tollerata dal paziente e non continuare ad usare le formulazioni a dosaggi ridotti adoperate per iniziare la terapia.