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Scompenso cardiaco |
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Ressa: E l’esame obiettivo?
Rossi: L'esame obbiettivo evidenzia i classici segni di stasi polmonare (rumori umidi alle basi) e periferica (edemi agli arti inferiori e presacrali se il paziente è allettato), turgore delle giugulari (che va cercato con il paziente a letto, a busto rialzato di 45°), epatomegalia. L'auscultazione cardiaca permette di rilevare tachicardia, soffi, aritmie e 3° tono (per la verità quest'ultimo è un segno ritenuto importante per la diagnosi di scompenso ma, a mio avviso, difficile da individuare, soprattutto se vi è tachicardia).
Ressa: E gli esami strumentali?
Rossi: Possiamo identificare due tipologie di pazienti: 1. quelli con segni evidenti o comunque sospetti in cui gli esami strumentali non fanno altro che confermare la diagnosi 2. quelli asintomatici (la parte sommersa dell'iceberg) in cui gli esami strumentali permettono una diagnosi precoce di disfunzione ventricolare sinistra.
La diagnostica strumentale di primo livello comprende l'ECG, la radiografia del torace e l'ecocardiogramma.
L'ECG mostra di solito varie anomalie (fibrillazione atriale, ipertrofia ventricolare sinistra, blocco di branca sinistro, alterazioni ischemiche) ma non è specifico; l'ECG tuttavia è un esame importante: se il tracciato è normale si può, non dico con sicurezza ma "quasi", escludere uno scompenso perché solo una percentuale molto bassa di scompensati, all'incirca uno su dieci, ha un ECG normale.
La radiografia del torace può mostrare, nelle forme avanzate, cardiomegalia e segni di stasi polmonare.
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