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Osteoporosi post-menopausale |
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pag 10
Ressa: Passiamo alle pasticchine!
Rossi: Numerosi studi di tipo randomizzato e controllato si sono limitati a valutare l'effetto della terapia sulla densità minerale ossea (BMD). Si tratta però di un end-point surrogato: non necessariamente un aumento della BMD si traduce in una diminuita incidenza di fratture. Vi sono per fortuna anche studi che anno valutato l'impatto dei farmaci sulle fratture. Revisioni e meta-analisi di questi studi hanno confermato quali sono i trattamenti che riducono il rischio fratturativo nelle donne con osteoporosi [9,10,11]. I bifosfonati agiscono contrastando il riassorbimento osseo provocato dagli osteoclasti: l'alendronato e il risedronato riducono il rischio relativo di fratture vertebrali e non vertebrali del 40-50% e sono considerati i farmaci di prima scelta nel trattamento dell'osteoporosi. L'etidronato è un bifosfonato di prima generazione che però non ha dimostrazioni derivate da trials clinici randomizzati e controllati di riduzione delle fratture non vertebrali, mentre le evidenze di riduzione delle fratture vertebrali non sono così forti come per alendronato e risedronato. Anche l'acido zoledronico, somministrato per via infusiva una volta all'anno, si è dimostrato in grado di ridurre le fratture in donne con osteoporosi post-menopausale [45]. Il raloxifene, un modulatore selettivo dei recettori degli estrogeni, riduce il rischio di fratture vertebrali del 36% ma non vi sono prove forti di una sua utilità sulle fratture non vertebrali [28]. La calcitonina per via nasale ha qualche evidenza (peraltro gli studi sono di difficile interpretazione per il numero elevato di drop outs) sulla prevenzione delle fratture vertebrali [11,12] ma non su quelle non vertebrali. Lo studio WHI ha confermato che la terapia ormonale sostitutiva riduce il rischio di fratture vertebrali e non vertebrali del 34%, tuttavia in termini globali i rischi superano i benefici [13] per cui la TOS non dovrebbe essere considerata una terapia di scelta nel trattamento e nella prevenzione dell'osteoporosi (vedi anche capitolo sulla menopausa). Il tibolone è uno steroide sintetico che aumenta la densità minerale ossea ma i dati sulla sua efficacia nella prevenzione delle fratture sono ancora incerti. Da un po' di tempo a questa parte, da quando la TOS ha perso parte del suo fascino per la pubblicazione dei risultati dello studio WHI, lo si vede usare sempre più spesso dai ginecologi (vedi anche capitolo sulla menopausa).
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