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Osteoporosi post-menopausale
Inserito il 18 febbraio 2006 alle 16:21:00 da R. Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Ressa:
Ricordo anche che in alcuni casi di ipercalcemia da iperparatiroidismo primitivo il PTH non è aumentato ma si mantiene ai limiti superiori del range di normalità (cosiddetto normale-alto), e questo potrebbe indurci in errore.
Ma andiamo avanti.
Quale terapia per l’osteoporosi ? Io dico alle pazienti che le terapie mediche fanno poco e di puntare su “metodi naturali”: attività fisica, sopratutto marcia all’aria aperta e / o ginnastica a corpo libero; il nuoto, contrastando la forza di gravità non da’ quello “stress meccanico” sufficiente a stimolare la neogenerazione ossea, conserva ovviamente la capacità di aumentare il tono muscolare che è comunque utile nelle osteoporotiche. Poi dieta ricca di calcio e vit D3, sospensione del fumo e alla fine, ma proprio alla fine, i farmaci.

Rossi:
Giusto. Una strategia che, già nella donna giovane, innalzi il picco di massa ossea potrebbe essere una mossa vincente nel ridurre il rischio di osteoporosi dopo la menopausa. Le misure consigliate sono quelle che hai elencato: praticare attività fisica, non fumare, bere alcolici in maniera moderata, consumare una dieta ricca di calcio e vitamina D. L'apporto quotidiano di calcio consigliato è di 1200-1500 mg/die nell'adolescente e di 800-1000 mg/die negli adulti (una tazza di latte o yoghurt o una spessa fetta di formaggio contengono circa 300 mg di calcio). Comunque queste raccomandazioni non sono supportate da evidenze di letteratura e anzi sembra che la migliore salute dell'osso si ottenga privilegiando il calcio e le proteine di origine vegetale più che quelle di origine animale [41].
Per la prevenzione delle fratture è possibile ricorrere anche ad opzioni non farmacologiche come per esempio i protettori dell'anca che secondo qualche studio potrebbero ridurre il rischio nelle donne anziane [17] anche se la compliance rimane un problema e non tutti gli studi hanno dato risultati concordanti. In effetti una revisione sistematica mostra che essi non son efficaci negli anziani che vivono a casa e di utilità dubbia in quelli istituzionalizzati [34]. In effetti altri studi mostrano che essi non sono efficaci negli anziani che vivono a casa e di utilità dubbia in quelli istituzionalizzati [34,46].
Negli anziani sono importanti anche tutte le misure che riducono il rischio di frattura: non usare farmaci psicotropi se non strettamente necessari, riconsiderare l'uso di terapia ipotensive aggressive, specie se con effetto alfa-bloccante, ridurre i fattori di rischio ambientali (rimozione di tappeti e tappetini, buona illuminazione delle stanze, corrimano nei bagni, ecc.). Recentemente è stato dimostrato che la somministrazione di vitamina D riduce il rischio di cadute negli anziani [18]. Le fratture osteoporotiche, nelle donne anziane, costituiscono una delle maggiori cause di disabilità e di mortalità [8].
 
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