Logo
  Capitoli     
         
   
Lo screening mammografico
Inserito il 19 febbraio 2006 alle 12:29:00 da R.Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
cambia
pag 5

Rossi:
Le prove di efficacia della mammografia sono dunque dibattute e controverse, e in ogni caso, se non deboli, comunque probabilmente sopravvalutate.
Secondo dati della stessa USPSTF (che ricordo è nettamente a favore dello screening) si risparmia un decesso da cancro mammario ogni 1000-1500 donne screenate a seconda si tratti rispettivamente di donne anziane o più giovani. E' tanto, è poco? Credo che ognuno di noi abbia una risposta diversa.
Bisogna inoltre tener conto degli effetti avversi dello screening inclusi i falsi positivi che richiedono una biopsia, l’ansia di sottoporsi a continui accertamenti per lunghi periodi anche in caso di patologie benigne, la diagnosi eccessiva di carcinoma duttale in situ. Si tratta di aspetti non secondari e che finora non sono stati adeguatamente studiati.

Ressa:
Mi pare che la discussione stia pericolosamente scivolando sulle conclusioni dello screening per il cancro del colon!

Rossi:
Il fatto è che probabilmente c’è un beneficio nel ridurre la mortalità specifica cominciando lo screening a 50 anni (e forse a partire dai 40 anni, ma l'effetto è minore) ma ci sono anche significativi effetti avversi e nessun beneficio dimostrato sulla mortalità totale. E' anche vero che la mortalità da cancro mammario rappresenta solo circa il 4% della mortalità totale e quindi è difficile che studi, pur ampi, riescano a dimostrare un beneficio su questo end-point. Secondo alcuni commentatori sarebbe in gioco invece il cosiddetto bias di misclassificazione diagnostica, di cui abbiamo già parlato nel capitolo generale dedicato alla prevenzione oncologica.
Un altro punto da considerare è che non sappiamo quale sia l’intervallo ottimale tra un esame e l’altro e quando smettere di screenare.
Se ammettiamo che lo screening riduce la mortalità specifica di circa un terzo e anche se questa riduzione è enorme quando moltiplicata per milioni di donne, la probabilità di un beneficio per la singola donna è piccola. A 60 anni una donna ha un rischio medio di morire per una neoplasia mammaria nei prossimi 10 anni dello 0,9%, una riduzione del rischio del 33% porta il suo rischio allo 0,6%. Queste cifre evidenziano la necessità di soppesare la probabilità del beneficio con i possibili effetti avversi.


 
<< pag 4 pag 6 >>
 
2004 - 2024 © Pillole.org Reg. T. di Roma 2/06 | Contatti | Versione stampabile |      
ore 05:37 | 1285054 accessi| utenti in linea: 42298
Realizzato con ASP-Nuke 2.0.5