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Lo screening del cancro prostatico |
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Ressa: Non c'è quindi un valore soglia "sicuro" di PSA, checché se ne dica: molti tumori, anche di grado elevato, sono "mancati" dal PSA e questo potrebbe spiegare l'apparente paradosso per cui, ad un'ampia diffusione dello screening avvenuta negli USA negli ultimi 15 anni, non corrisponde una sostanziale riduzione della mortalità.
Rossi: Altri hanno proposto di valutare, quando il PSA è compreso tra 4 mg/L e 10 mg/L, il rapporto PSA libero/PSA totale. Se tale rapporto è superiore al 20% è molto probabile una patologia benigna; se è inferiore al 20% è opportuno eseguire una biopsia trans-rettale. In questo modo si potrebbero evitare biopsie inutili (secondo alcuni fino al 42% dei casi), ma si perderebbe comunque circa il 6% dei cancri. Altri autori, per ottimizzare il PSA, hanno proposto di determinare la velocità di incremento annuale del PSA (sospetta se supera 0,5 mg/L/anno) oppure la cosiddetta PSA density (PSA diviso volume prostatico). In realtà tutte queste proposte hanno trovato scarsa fortuna perché il problema maggiore non è tanto quello di migliorare l'accuratezza diagnostica del PSA, o comunque questo è un aspetto secondario. Non interessa molto aumentare le diagnosi istologiche di cancri non aggressivi e quindi trattare tumori che non minacceranno la vita del paziente. Quello che interessa è salvare delle vite.
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