|
|
|
|
|
|
|
|
|
Il problema delle metastasi e il follow up |
|
|
pag 3
Esaminiamo, come esempio, il follow up per il cancro della mammella.
Marco Grassi: Si è a lungo ritenuto che, essendo la diagnosi precoce di un tumore primitivo generalmente associata a una prognosi più favorevole, anche l’anticipazione nel riscontro di una ripresa di malattia potesse garantire trattamenti più efficaci. Sebbene razionalmente plausibile, questa ipotesi non è mai stata comprovata scientificamente ed è seriamente messa in discussione dal riconoscimento della sostanziale inefficacia delle terapie disponibili sul carcinoma mammario in fase metastatica. Pertanto, in contrapposizione alla corsa allo sviluppo di strategie diagnostiche sempre più raffinate, si è creata nella comunità medica la consapevolezza che sia necessario riesaminare la reale utilità del follow Up clinico e strumentale delle pazienti operate per carcinoma mammario, anche in rapporto ai costi non trascurabili che esso comporta.
IL CASO Carla è diventata ormai una frequentatrice abituale dell’ambulatorio. E’ stata sottoposta 2 anni fa a quadrantectomia per neoplasia mammaria riscontrata in seguito a screening mammografico. Fortunatamente lo stadio iniziale della neoplasia e la negatività del linfonodo sentinella ha consentito l’approccio chirurgico meno demolitivo ed evitato la chemioterapia. Dopo una serie di controlli risultati negativi il riscontro di un lieve aumento del CA 15-3 ha indotto gli oncologi a programmare una serie di accertamenti. Il risultato della scintigrafia ossea ha mostrato un’area di iperaccumulo a livello di una articolazione sacro-iliaca di non univoca interpretazione, cui sono seguite TAC, RMN e PET anch’esse non dirimenti. Nel frattempo la paziente ha eseguito, di sua iniziativa e in tempi ravvicinati, numerosi controlli del CA 15-3, con risultati pressoché sovrapponibili. Alla luce dei risultati degli accertamenti eseguiti di incerta interpretazione, gli oncologi hanno scelto la strada più logica, cioè l’attesa di una evoluzione che renda più chiari e interpretabili i riscontri ottenuti, percorso però psicologicamente devastante per la paziente. Anche oggi Carla è in ambulatorio per mostrami l’ennesimo risultato del CA 15-3 e tentare di convincermi ad anticipare la richiesta di una nuova risonanza magnetica. A questo punto e considerando l’intera storia della paziente mi chiedo se non fosse stato il caso di attendere il naturale evolvere della malattia senza avventurarsi in anticipazioni diagnostiche dall’incerto impatto sulla storia naturale della malattia ma sul sicuro impatto negativo sulla qualità di vita.
|
|
|
|
|
|
|
|
2004 - 2024 © Pillole.org Reg. T. di Roma 2/06 |
|
|
ore 03:02 | 1284812 accessi| utenti in linea:
36672
Realizzato con ASP-Nuke 2.0.5
|