Rossi: Generalmente per l'uso long-term vengono usati catetere di silicone che sono ben tollerati e si possono cambiare ogni 3-5 settimane. Non esistono comunque regole rigide. Per impieghi brevi si possono usare anche cateteri in lattice che però possono provocare allergie e sono più soggetti alla formazione di depositi e sedimentazioni sulla loro superficie. Non ci sono prove che la profilassi antibiotica, da iniziare uno o due giorni prima del cambio, riduca il rischio di infezioni urinarie sintomatiche per cui essa non viene in genere consigliata, anche se si può prevedere a scopo prudenziale in alcuni pazienti più a rischio (per esempio quelli che sono andati incontro a sepsi urinaria sintomatica in occasione di un precedente cambio). Nel capitolo sulle infezioni urinarie, parlando di questo aspetto, dicevo che di solito io sono comunque solito fare la profilassi antibiotica ad ogni cambio; ho però controllato la letteratura e dovrò rivalutare il mio comportamento, penso che ora limiterò questa pratica appunto ai casi più a rischio, come appena detto.
Ressa: Per prevenire l'infezione è utile l'irrigazione periodica del catetere oppure eseguire delle urinocolture?
Rossi: L'irrigazione della vescica non solo non è utile ma potrebbe provocare anche dei danni alla mucosa vescicale. Essa va attuata solo in caso di ostruzione del catetere, usando soluzione fisiologica e tecnica asettica. Non sempre però si riesce a liberare il lume del catetere, che allora va sostituito.... Una buona idratazione del paziente è la miglior prevenzione sia dell'ostruzione che delle infezioni urinarie sintomatiche. Ressa: Comunque possiamo dire che dopo 3-4 settimane ogni cateterizzato presenta urine contaminate.