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La cura del paziente neoplastico
Inserito il 19 febbraio 2006 alle 12:50:00 da R.Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Rossi:
Rimarco quest'ultimo aspetto perché solo un paziente che accetta il suo stato sarà motivato ad una buona autogestione della sua stomia. Ovviamente questo non può essere ottenuto in tutti i malati e molto dipende anche dalle condizioni generali di salute, dall'età, dalla coesistenza di importante sintomatologia, ecc.

Ressa:
Bene, iniziamo con le urostomie.

Rossi:
Le urostomie vengono effettuate, in genere, quando una grave lesione della vescica (per esempio una neoplasia in fase avanzata) costringe il chirurgo ad eseguire una cistectomia radicale. Sono possibili due tipi:
- l'ureterostomia cutanea (monolaterale o bilaterale) che però richiede l'uso di una sonda per evitare la frequente stenosi dell'uretere
- la uretero-ileo-cutaneo-stomia in cui gli ureteri sono abboccati ad un segmento dell'ileo che a sua volta viene rabboccato alla cute
Per raccogliere l'urina si usano sacche di raccolta dotate di una valvola antireflusso. Generalmente oggi si usano dei sistemi doppi composti da un portasacca, una specie di placca adesiva che si abbocca attorno alla stomia e viene mantenuta in situ per qualche giorno, sulla quale viene attaccata la sacca vera e propria che si può staccare evitando così il continuo traumatismo della manovra sulla cute. E' necessario adattare il portasacca alla stomia tagliando con una forbice il foro fino ad arrivare alla dimensione desiderata. Per la notte si usano apposite sacche di raccolta, munite di valvola antireflusso.

Ressa:
Cosa dobbiamo consigliare ai pazienti portatori di urostomia?
 
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