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La cura del paziente neoplastico |
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pag 18
Rossi: Si. Il contatto con le feci o con i materiali adesivi delle sacche può provocare dermatiti caratterizzate da arrossamento, edema e dolore a livello della cute peristomiale. Si possono prevenire con l'uso di sostanze protettive (creme e film) e di placche portasacche e se la dermatite è dovuta ad allergia al materiale delle sacche si può provare a cambiare tipo. Alcune volte si formano lesioni dovute allo strisciamento contro la pelle dei presidi usati; in questo caso bisogna valutare attentamente la tecnica di applicazione, usare protettivi di barriera oppure cambiare tipo di sacca. Le infezioni batteriche o micotiche possono essere trattate con polveri antibiotiche o antimicotiche. Le complicazioni cutanee oggi sono meno frequenti di un tempo perché sono migliorate le tecniche chirurgiche di confezionamento delle stomie, i materiali usati per le sacche e sono disponibili efficaci prodotti di barriera.
Ressa: Alla fine di questo capitolo ci resta da dire qualcosa sulla nutrizione enterale.
Rossi: La nutrizione enterale si può rendere necessaria in seguito a svariate patologie, non solo neoplastiche (per esempio ictus, Parkinson, demenza, periodo post-operatorio, gravi malattie respiratorie o gastrointestinali, ecc.) e può essere temporanea o permanente. E' un metodo relativamente semplice da attuare e controllare, efficace dal punto di vista nutrizionale e preferibile, nella maggior parte dei casi, alla nutrizione parenterale. Infatti è generalmente ben tollerata e fisiologica in quanto i cibi e i liquidi arrivano nella loro sede naturale e questo permette di conservare lo stimolo insulinico, la circolazione portale nutritiva e la funzionalità dell'epitelio del tratto digestivo.
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