La somministrazione associata di desametazone ne potenzia l'azione e si è dimostrata efficace nel 90% dei pazienti per il vomito precoce (entro 24 ore dal ciclo chemioterapico), un po' meno (40-60%) nel vomito tardivo (che compare di solito dopo qualche giorno). Gli effetti collaterali principali sono la stipsi, il dolore addominale e il singhiozzo.
Ressa: Vi sono però altri effetti collaterali della chemioterapia.
Rossi: Si. Tra questi ricordo la depressione midollare, soprattutto la neutropenia, per cui è buona norma, prima di ogni seduta, richiedere un emocromo. Per la profilassi e la terapia di questa condizione ci si avvale oggi dei cosiddetti fattori di crescita emopopietici (filgrastrim, lenograstim e molgramostim). In profilassi si usano quando si presume che il paziente abbia un rischio elevato di sviluppare una neutropenia febbrile in seguito alla somministrazione antiblastica. Come terapia si usano, associati agli antibiotici, quando compare neutropenia febbrile mentre in caso di neutropenia senza febbre ci sono evidenze di riduzione della durata della neutropenia ma non di riduzione delle complicanze infettive.
Ressa: Altre possibili complicazioni della chemioterapia sono la comparsa di micosi del cavo orale o dell'esofago e la facilità con cui si possono sviluppare infezioni erpetiche
Rossi: Queste evenienze sono dovute all'ovvia immunodepressione causata dalla chemioterapia; tra l'altro l'iimmunodepressione può esserci già di per sé a causa della neoplasia di base (per esempio ematologica). Sta all'oncologo valutare il rischio di queste complicanze ed eventualmente consigliare una profilassi con farmaci antimicotici ed antivirali (aciclovir e simili).
Ressa: E' bene conoscere anche le complicanze più tardive della chemioterapia.