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La gestione del paziente terminale
Inserito il 19 febbraio 2006 alle 13:00:00 da A.Dalla Via. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Per via endovenosa, qualora al Paziente sia stato posizionato un catetere venoso centrale per NAD parenterale o recente polichemioterapia, valgono le stesse compatibilità che per la via sottocutanea; in caso di farmaci non compatibili, sarà semplice la somministrazione in piccoli boli e.v., tenendo presente per la frequenza delle somministrazioni l’emivita del farmaco in oggetto.

Ressa:
Alla fine parlerei del trattamento dei sintomi più frequenti

Dalla Via:
Non esistono certezze in Medicina; la pratica professionale insegna che le linee guida più accreditate, trias clinici in doppio cieco, revisione sistematiche rigorosamente EBM talora non sono trasferibili nella quotidianità della Medicina Generale, che deve sempre e comunque fare a queste riferimento. E nelle fasi terminali della vita di un Essere Umano le certezze si riducono ulteriormente. Ecco perché nella terapia dei sintomi verranno prese in considerazione cure domiciliari e ricovero ospedaliero. In questi momenti entrano in gioco fattori molteplici, che possono indurre a scelte differenti:
a. I desideri del Malato in base a cultura, fede, stato sociale, paure e speranze mai sopite.
b. Il suo stato fisico e mentale ed il conseguente giudizio prognostico; 4 mesi e 4 giorni comportano ragionamenti clinici diversi.
c. La capacità di risposta della famiglia
d. Il vissuto clinico ed umano del medico, la sua cultura, la sua disponibilità, il contesto in cui opera.

 
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