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La gestione del paziente terminale
Inserito il 19 febbraio 2006 alle 13:00:00 da A.Dalla Via. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Molti farmaci utilizzati nelle cure palliative non riportano tra le indicazioni gli usi per cui sono prescritti; non è un valido motivo per non aiutare un Paziente sofferente.
Frequente la sommazione d’effetti parasimpaticolitici: morfina, antidepressivi, miorilassanti ed antispastici possono essere utili nello stesso Paziente. Stipsi e xerostomia sono forse i problemi più frequenti.
Le linee guida OMS prevedono la nota scala terapeutica:

1. FANS +/- adiuvanti
2. Narcotici deboli + FANS +/- adiuvanti
3. Buprenorfina + FANS +/- adiuvanti
4. Oppioidi maggiori + FANS +/- adiuvanti

Ressa:
Partiamo dagli analgesici

Dalla Via:
I più importanti sono gli oppioidi
Vengono abitualmente distinti in maggiori (morfina, metadone e fentanile) e minori (codeina, tramadolo e destropropossifene).
La sostanziale differenza terapeutica tra i due tipi è che gli oppiodi minori, compresa la Buprenorfina, hanno un effetto tetto, cioè all’aumentare della dose non aumenta l’analgesia, al contrario della morfina e degli oppiodi maggiori che mantengono inalterata la loro potenza.
La Codeina è commercializzata associata al Paracetamolo ed il Destropropossifene è disponibile in alcuni paesi Anglosassoni associato all’Ibuprofene.
Un posto a parte merita la Buprenorfina, agonista/antagonista dei recettori per gli oppiacei, recentemente commercializzata anche come sistema transdermico non prescrivibile a carico del SSN, dotata di marcata azione analgesica ma oggetto di dibattito con pareri contrastanti.
 
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